Il Modello MQ, ideato da Paolo Massimo Buscema al Centro Ricerche Semeion, è un modello per la descrizione, la rappresentazione e la comparazione dei mondi cognitivi dei soggetti individuali e collettivi, attraverso il quale è possibile analizzare e predire l’andamento delle relazioni interpersonali tra i soggetti analizzati. La sigla “MQ” sta per “matrice quadratica” e si riferisce alla forma in cui questo modello dispone le unità sulle quali realizza la sua elaborazione. Mentre i soggetti costruiscono mondi possibili nei quali mettono in scena sé stessi e gli altri, l’MQ converte queste informazioni in dati che elabora per inferire le regole che i soggetti hanno utilizzato per fare quelle ipotesi e per strutturare quelle credenze.
In una prima fase sono individuate le configurazioni profonde che hanno generato la strutture superficiali di interazione. In una seconda fase sono inferiti gli schemi di interazione altamente probabili tra i soggetti che hanno manifestato quelle configurazioni e sono quindi previste le traiettorie di trasformazione delle interazioni analizzate. In una terza fase sono individuate quelle configurazioni che presentano delle patologie comunicative particolari (“soggetti” a rischio) che, se lasciate evolvere, determinerebbero stati di autodistruzione e di distruzione transitiva da parte dei soggetti che le hanno prodotte.
Il modello MQ è stato utilizzato in molte realtà Socio-Sanitarie italiane per analizzare le qualità della comunicazione nei piccoli gruppi (famiglie, coppie, gruppi di lavoro e di coetanei) e le eventuali patologie di comportamento che ne possono derivare ed è stato al centro di una cooperazione tra il Semeion e il Prevention Research Center Pacific Institute for Research & Evaluation di Berkeley.
Il Modello MQ: Reti Neurali e Percezione Interpersonale, P.M. Buscema e G. Massini, Collana Semeion, Armando Editor, Rome, 1993